LA RISIERA DI SAN SABBA
[i]Senza tempo è la sopraffazione
senza tempo dimostra di essere la prepotenza e la prevaricazione dell'uomo sull'uomo
senza tempo è la ferocia assassina, ignobile e imperdonabile
di chi piega e sottomette gli altri,
perchè colpevoli di essere per qualche ragione...diversi
senza tempo sono i luoghi in cui il senso di percezione del male,
ti porta allo stordimento totale
dove il diritto e il rispetto dell'essere è stato sovvertito del tutto,
invertendone il senso, facendolo capitolare nell'oblio dell'incomprensibile.
A.B.
IL LAGER DI SAN SABBA
Durante l'occupazione nazista la Risiera triestina fu l'unico campo di sterminio presente sul territorio italiano.
Il complesso di edifici che costituivano lo stabilimento per la pilatura del riso era stato costruito nel 1913 nel rione
di San Sabba (più correttamente "san Saba"), alla periferia della città e fu trasformato inizialmente in un campo
di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre: venne denominato Stalag 339.
Successivamente, al termine dell'ottobre 1943, il complesso diviene un Polizeihaftlager (Campo di detenzione di polizia), utilizzato come centro di raccolta di detenuti in attesa di essere deportati
in Germania ed in Polonia e come deposito dei beni razziati e sequestrati ai deportati ed ai condannati a morte. Nel campo venivano anche detenuti ed eliminati Sloveni, Croati, partigiani, detenuti politici ed ebrei.
Supervisore della Risiera fu l'ufficiale delle SS Odilo Globočnik, triestino di nascita, in precedenza stretto collaboratore di Reinhard Heydrich e responsabile dei campi di sterminio,
in cui erano stati uccisi oltre 1,2 milioni di ebrei.
I nazisti, dopo aver utilizzato per le esecuzioni i più svariati metodi, come la morte per gassazione utilizzando automezzi appositamente attrezzati, o con un colpo di mazza alla nuca
(mazza ritrovata e custodita sino al 1977 nel museo della risiera. È stata rubata l'anno successivo)
o per fucilazione, Si servirono all'inizio del 1944 del forno dell'essiccatoio della risiera preesistente,
ma poi, non rispondendo questo alle esigenze dei nazisti,venne chiamato un "esperto" a progettarne uno,
per quanto semplice, appositamente per il campo di sterminio triestino.
L'impianto venne utilizzato per lo smaltimento dei cadaveri e la sua prima utilizzazione si ebbe il 4 aprile 1944 con la cremazione di una settantina di cadaveri di ostaggi fucilati il giorno precedente in località limitrofe Villa Opicina(Trieste). Da allora, fino alla data della liberazione,
il forno crematorio fu adoperato per bruciare i corpi di oltre 3500 (forse 5000) prigionieri della Risiera, soppressi direttamente dal personale carcerario ivi operante.
La Risiera, oltre ad essere usata come campo di smistamento di oltre 8000 deportati provenienti dalle Provincie orientali destinati agli altri campi di concentramento nazisti, fu quindi adoperata in parte anche come luogo di detenzione, tortura ed eliminazione di prigionieri sospettati di attività sovversiva
nei confronti delle regime nazista.
Questo luogo è di assoluta importanza in quanto fu l'unico campo di deportazione dell'Europa meridionale.
Il forno crematorio e la connessa ciminiera furono abbattuti con esplosivi dai nazisti in fuga nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, nel tentativo di eliminare le prove dei loro crimini, ma sono stati descritti successivamente dai prigionieri testimoni del campo. Tra le rovine furono ritrovate ossa e ceneri umane.
Sul medesimo luogo, a ricordo, sorge oggi una struttura commemorativa costituita da una piastra metallica
sul posto dove sorge il forno crematorio e da una stele che ricorda la presenza della ciminiera.
Nell'aprile 1976 si è concluso a Trieste il processo per i crimini di guerra perpetrati alla Risiera.
Il banco degli imputati è purtroppo rimasto desolatamente vuoto: i maggiori imputati infatti o erano già deceduti o erano semplicemente scomparsi. Caso eclatante fu quello di Joseph Oberhauser, ultimo comandante della Risiera che, pur essendo stato riconosciuto colpevole e condannato all'ergastolo, rimase a fare il birraio a Monaco di Baviera perché l'estradizione tra l'Italia e la Germania è legalmente possibile solo per crimini commessi dopo il 1948.
(Fonti web)